Zambrano: per gli Ingegneri certificazione delle comptenze e lotta attiva alla criminalità in cantiere
Si apre il 57° Congrezzo Nazionale degli Ingegneri con l’agenda programmatica dettata dalla Riforma
Tutela ambientale, sviluppo sostenibile e grandi società di servizi: ecco il futuro dell’Ingegneria
“Ingegneri 2020: tutela, sviluppo e occupazione”
Dati scientifici – Accesso aperto ai risultati della ricerca
A partire dal 2014, tutti gli articoli prodotti con finanziamneeti di Orizzonte 2020 dovranno essere resi accessibili da parte dell’Editore o da parte dei ricercatori
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Zambrano: per gli ingegneri certificazione delle competenze e lotta attiva alla criminalità in cantiere
Si apre il 57° Congresso nazionale degli ingegneri con l’agenda programmatica dettata dalla Riforma
Gli ingegneri rappresentano il valore aggiunto ed indispensabile di questo Paese, grazie alle competenze, conoscenze ed esperienze. Ne è convinto Armando Zambrano presidente CNI che apre il Congresso nazionale degli ingegneri di Rimini con un vibrante intervento in cui ha esortato le istituzioni ad una maggiore attenzione alle proposte, non alle “esigenze” della categoria.
“Credo sia ormai chiaro a tutti che rappresentiamo un sistema senza privilegi e riserve di mercato” sottolinea Zambano”. Oggi, come testimoniato anche dalla ricerca ingegneri 2020 il ruolo dell’ingegnere è sempre più dentro la società civile e allo sviluppo del Paese, tanto che “nelle prossime settimane abbiamo già in programma, d’intesa con i Ministeri competenti, convegni su argomenti importanti quali il Piano Città ed il Rischio Idrogeologico”. Si tratta di idee per sbloccare investimenti, per accrescere l’efficienza del sistema delle opere pubbliche, per avviare piani di prevenzione dal rischio idrogeologico, da quello sismico, per rilanciare il fascicolo del fabbricato, per semplificare le norme e de-materializzare le procedure, per affidare ai professionisti attività della P.A., la rigenerazione dei territori e delle città, la valorizzazione del paesaggio e dell’agricoltura, l’innovazione tecnologica, la salvaguardia ambientale, uno sviluppo industriale sostenibile e compatibile con l’ambiente.
“Li offriamo a tutti, con spirito di collaborazione” preparandosi ad affrontare anche le sfide della professione che si chiamano per Zambrano sviluppo e sostenibilità, temi per i quali gli ingegneri possono e debbono dare un loro contributo per favorire il processo di modernizzazione e rilancio del Paese. “Con un nuovo approccio, cioè quello di passare dall’ingegneria del consumo a quella virtuosa del risparmio”.
Durante il lungo discorso Zambrano ha fatto il punto su due temi fondamentali: l’agenda che la riforma delle professioni ha imposto agli Ordini, e il ruolo della direzione lavori nel prevenire i fenomeni criminali nei cantieri.
La riforma mette fine ad uno scontro durissimo tra quelli che vedono nel mercato dei servizi professionali uno dei pochi settori che ancora presentano potenzialità interessanti, e quindi cerca di impossessarsene e coloro che, come i professionisti, vogliono restare fedeli al loro ruolo ed alla loro tradizione. “In Italia – denuncia Zambrano – si ragiona di tariffe e corporazioni e valore legale del titolo di studio in un clima di recessione culturale oltreché economica. Come se Adam Smith non fosse morto da secoli e John Nash, con la sua teoria dei giochi, non ci avesse insegnato la logica della cooperazione tra i cittadini e le comunità sociali ed economiche. Le comunità sociali e professionali sono elementi del corpo sociale; la logica della concorrenza senza cooperazione le trasforma in parti l’un contro l’altro armate, con il risultato di sfasciare l’economia”.
I PROSSIMI REGOLAMENTI DEL CNI
Il governo della professione nei prossimi anni non potrà prescindere dal differente ruolo che l’ingegnere assumerà in un’Europa moderna e unita. E’ in dirittura di arrivo una modifica della direttiva che determina le condizioni per l’esercizio, tra altre,della professione di ingegnere nei paesi della Comunità europea.
Secondo Zambrano servirà sempre più multidisciplinarietà opposta alla “specializzazione”, tanto professata negli ultimi anni. “Le imprese preferiranno avere un giovane professionista con forte flessibilità mentale e strumenti metodologici solidi, che poi faranno specializzare al proprio interno. In futuro, i maggiori cambiamenti nel sistema di formazione degli ingegneri avverranno in effetti nel percorso post universitario, nel contesto della formazione permanente e sul posto di lavoro.
Ciò comporterà un ruolo importante degli Ordini e la necessità per gli ingegneri di investire molto di più di oggi nell’apprendimento di nuove tecnologie. La riforma di metà agosto, che impone agli Ordini di disciplinare formazione e deontologia, apre quindi nuove opportunità che Zambrano illustra alla platea:
- “Formazione continua obbligatoria: lo sforzo degli Ordini e del CNI qui è enorme; va coniugata la necessità di non gravare di eccessivi costi i nostri iscritti, in particolare i giovani, con quella di organizzare uno strumento che vada nella direzione della certificazione delle competenze; continuiamo a pensare che l’ingegnere italiano, pur con tutti i difetti del nostro sistema scolastico, sia un’eccellenza in ambito internazionale e che quindi debba essere contornato da un sistema che gli consenta non di appesantire la sua attività di aggiornamento, ma di fare emergere, in ambito non solo locale e nazionale, i suoi meriti e la sua esperienza; invece di organizzare un micro sistema di crediti, a livello provinciale, dobbiamo trovare il modo , attraverso la rete dei rapporti internazionali, di creare un sistema efficace di certificazione delle competenze con mutuo accordo internazionale, che riguardi le diverse competenze e che possa essere veramente spendibile in campo sovranazionale;
- Tirocinio: ci siamo battuti per renderlo facoltativo, ritenendone complessa e difficile l’attuazione in questo particolare momento di crisi e con tempi ristretti; pur tuttavia, pensiamo sia necessario organizzarlo in tempi medio-lunghi, anticipandone l’obbligatorietà con un periodo di prova in cui l’adesione al tirocinio comporterà una semplificazione dell’esame di stato, d’intesa con il MIUR;
- Consigli disciplinari: non siamo contrari alla possibilità che i Consigli Provinciali indichino anche membri esterni all’Ordine, secondo regole che stiamo elaborando proprio in questi giorni (la scadenza è a metà novembre) insieme alle altre professioni del PAT;
- Tariffe: ci piace ancora chiamarle così, anche se il termine qualcuno vorrebbe farlo sparire dal vocabolario, ma solo per le professioni: pur sapendo che i minimi sono stati aboliti da anni, la questione delle tariffe rimane un problema; se è vero che non ci sono le condizioni politiche né sociali per tornare indietro, ci sono però le possibilità giuridiche per rilanciare il tema prendendolo per il verso giusto: la garanzia per l’utente chea fronte di un corrispettivo venga corrisposta un’adeguata quantità e qualità del lavoro; qui codice deontologico, regole di comportamento, schemi di convenzione d’incarico con indicazione e tempari delle prestazioni, adeguatamente pubblicizzati, possono essere utili per coloro che vogliano capire quale sia il costo medio della progettazione, Direzione dei Lavori, ecc.; passato questo momento di furore ideologico, qualcuno si accorgerà che tariffe o meglio parametri di solo riferimento (non si vuole più tornare all’obbligatorietà) sono elementi di garanzia e di conoscenza a protezione e tutela dell’utente;
- Accorpamento di albi per professioni similari:è un tema delicato, sul quale il CNI si è fortemente impegnato, non per ostacolare la norma, che appare di per sé giusta, nella logica di semplificazione e riduzione delle spese, ma per l’uso che alcune categorie professionali intendevano farne, pensando forse di utilizzarlo per modificare competenze, obbligare all’iscrizione nel nuovo albo gli ingegneri triennali, attribuzione di un nome appartenente ad altra professione (in particolare la nostra) e percorsi per raggiungere livelli superiori di competenze con formazione interna; ciò non toglie che possiamo studiare ipotesi di accorpamento che vedano categorie professionali di laureati e anche diplomati unirsi, garantendo le competenze esistenti per mettere insieme risorse che possano migliorare la qualità di tutti i propri nuovi iscritti”.
Su quest’ultimo aspetto, Zambrano ribadisce che “gli ingegneri triennali sono parte integrante ed importante della nostra categoria ed intendiamo mantenerli al nostro interno, perché sono ingegneri, per il corso di studio, la formazione e la cultura professionale, comune al resto della categoria,pur con diverse competenze; questo Consiglio, in particolare, ritiene di dover riconoscere competenze nell’ambito specifico delle norme vigenti, e nel rispetto di recenti sentenze che rispettiamo e condividiamo”.
SEMPLIFICAZIONI ED ETICA PER LA LOTTA ALLA CRIMINALITÀ
Il presidente Zambrano ha in conclusione scaldato la platea richiamando l’impegno alla lotta alla criminalità. “Oggi, la pluralità di stazioni appaltanti, anche quelle corrette, hanno difficoltà a muoversi in un ginepraio normativo, che, per chi vuole infrangere la legge ed i controlli, diventa una giustificazione per “adattamenti” procedurali, spesso direi anche “creativi” per aggirare le norme ed impedire la pubblicità”. “Ma anche in sede di direzioni dei lavori, – esorta Zambrano – i professionisti potrebbero svolgere una più efficace attività di controllo, comunicando in tempo reale a centrali operative, per via informatica, i nominativi di soggetti presenti in cantiere e le targhe dei mezzi d’opera, consentendo a chi di dovere di poter verificare situazioni di monopolio e di costrizione all’uso di particolari fornitori, come spesso avviene con il calcestruzzo ed i materiali da cava”.
L’impegno è forte. “Il Consiglio Nazionale sta anche studiando un nuovo codice deontologico, dove non solo la semplice collusione, ma anche la mancata denuncia al Consiglio di appartenenza di violazioni di leggi di cui il professionista venisse a conoscenza nell’ambito della sua attività professionale, costituisca violazione disciplinare”. E nel nuovo regolamento vi sarebbe anche l’impegno per i consigli di avviare i procedimenti sanzionatori nei confronti di colleghi destinatari di provvedimenti giudiziari, senza attendere l’emissione di sentenza definitiva, come spesso accade.
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Tutela ambientale, sviluppo sostenibile e grandi società di servizi: ecco il futuro dell’ingegneria
“Ingegneri 2020: tutela, sviluppo e occupazione”
E’ questo il titolo della ricerca, presentata al Congresso riminese, commissionata dal Cni alla S3. Studium. Un’indagine conoscitiva che si pone l’obiettivo di disegnare, nel modo più realistico possibile, il futuro della professione sino al 2012. Dal mercato del lavoro all’istruzione, dalla sicurezza alla tutela dell’ambiente, il documento affronta analiticamente tutti i settori di competenza della professione. In un’ottica prevalentemente strategica, l’evoluzione strutturale prevede alcuni settori nei quali vi saranno ottime possibilità di crescita: innanzitutto, ecco il settore energetico. E poi, quello della manutenzione territoriale e della riqualificazione ambientale. Non solo fattori positivi, comunque: stando ai dati presentati da Stefano Palumbo (direttore dello studio della S3), in Italia la pessima situazione finanziaria e la scarsa “lungimiranza strategica” di molte imprese saranno un vero e proprio ostacolo alla crescita sociale, economica e politica del Paese.
Il ruolo degli Ordini professionali
In un quadro così abbozzato, non saranno certo di aiuto gli Ordini professionali, che cercheranno unicamente di tutelare le posizioni acquisite. “Non è prevedibile – si legge nella relazione – che gli Ordini sviluppino una rete di relazioni con le organizzazioni professionali internazionali, in modo da realizzare un reale spazio comune delle professioni”. Una situazione che di certo non aiuterà gli ingegneri del Bel Paese a tornare protagonisti sulla scena internazionale. Criticità dai relatori Francesco Beltrame (Digit) e Cesare Trevisani (Trevi SpA) sono state espresse per quanto concerne la sicurezza ambientale: la mancanza di risorse pubbliche, infatti, costringerà ad una forte riduzione degli interventi di bonifica del territorio. L’unica soluzione percorribile sarà l’individuazione di percorsi innovativi sul piano della sostenibilità, come ad esempio la realizzazione di piccoli impianti idroelettrici, che porteranno all’utilizzo ragionato ed equilibrato dei pochi fondi a disposizione.
Il mercato del lavoro
Grande attenzione per la platea ha suscitato la parte della relazione relativa al mercato del lavoro e al futuro occupazionale degli ingegneri. “L’ingegnere omniscente, in grado di rispondere adeguatamente a più sollecitazioni e alle svariate richieste del mercato – dice Francesco Beltrame – sarà l’arma vincente del nostro Paese. In tal senso, però, non giova la scelta del percorso universitario del 3+2. Fortunatamente, la stragrande maggioranza dei giovani sceglie di proseguire e terminare il percorso di studi”. Ingegneri quindi “preparati a 360 gradi”, anche perché le previsioni sono tutt’altro che rosee: nel 2020 i professionisti attivi saranno oltre 250 mila, un numero eccessivo che il mercato non sarà in grado di assorbire, creando sacche di disoccupazione preoccupanti. “In Italia la trasformazione della domanda comporterà lo sviluppo di posizioni di lavoro meno stabili, di più breve durata e peggio retribuite”. Ecco perché diminuiranno ancora i liberi professionisti: l’ingegnere assunto a tempo indeterminato la farà sempre da padrone. Nonostante tutto. Importante a tal proposito il commento del Presidente del Cni, Armando Zambrano: “La ricerca tocca alcuni aspetti importanti, soprattutto per quanto concerne il futuro dell’occupazione. Innanzitutto, è necessario ribadire l’importanza dell’ingegneria per lo sviluppo del Paese, per la sua capacità di dare impulso alla ricerca tecnico-scientifica ed all’innovazione tecnologica, anche in settori particolari. La crisi investe, come è logico, anche la nostra professione e già oggi stiamo assistendo alla gravissima riduzione degli organici tecnici delle pubbliche amministrazioni, con riflessi negativi sulle capacità di programmazione e di gestione dei tanti compiti affidati, in particolare alle amministrazioni locali, ma soprattutto con la mancanza di trasferimento di conoscenze a nuove generazioni di ingegneri della Pubblica Amministrazione. Di contro, assisteremo ad un ampliamento del mercato professionale dell’ingegneria dell’informazione, e la sua importanza sarà sempre più strategica nella sicurezza delle reti telematiche. Per tutte queste motivazioni, in futuro sarà sempre più fondamentale, per la preparazione professionale, l’esperienza acquisita sul campo rispetto all’istruzione formale”.
Il futuro degli studi di ingegneria
Altro capitolo importante, l’evoluzione degli studi di ingegneria: caleranno in misura drastica i piccoli studi despecializzati per lasciare spazio a società di servizi dalle ampie dimensioni con competenze multidisciplinari. In ogni caso, non si potrà più pensare ad un ingegnere impegnato a coltivare il proprio orticello, ma sempre più proiettato ad una visione globale della professione, capace di entrare in contatto e creare network lavorativi con colleghi da tutto il mondo. Insomma, la globalizzazione avanzerà sempre di più, inesorabilmente.
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Dati scientifici – Accesso aperto ai risultati della ricerca
A partire dal 2014, tutti gli articoli prodotti con finanziamenti di Orizzonte 2020 dovranno essere resi accessibili da parte dell’editore o da parte dei ricercatori
Recentemente la Commissione europea ha illustrato le misure per migliorare l’accesso all’informazione scientifica prodotta in Europa. Un accesso più ampio e più rapido ai documenti e ai dati scientifici aiuterà i ricercatori e le imprese a sfruttare i risultati della ricerca finanziata con fondi pubblici. Ciò rafforzerà la capacità di innovazione dell’Europa e garantirà ai cittadini un accesso più rapido ai vantaggi delle scoperte scientifiche. L’Europa otterrà in questo modo un miglior rendimento degli 87 miliardi di EUR annui di investimento nella R&S. Queste misure integrano la comunicazione della Commissione sulla realizzazione dello Spazio europeo della ricerca (SER) anch’essa recentemente adottata.
In una prima fase, la Commissione farà dell’accesso aperto alle pubblicazioni scientifiche un principio generale di Orizzonte 2020, il programma quadro dell’UE per il finanziamento della ricerca e dell’innovazione per il periodo 2014-2020. A partire dal 2014, tutti gli articoli prodotti con finanziamenti di Orizzonte 2020 dovranno essere accessibili:
• immediatamente da parte dell’editore che li pubblicherà online (“via aurea”); i costi di pubblicazione potranno essere rimborsati dalla Commissione europea; o
• da parte dei ricercatori, al più tardi sei mesi dopo la pubblicazione (12 mesi per gli articoli nel settore delle scienze umane e sociali) (approccio della “via verde”).
Ricerche nazionali. La Commissione ha inoltre raccomandato ai Paesi membri di adottare un approccio simile nei confronti dei risultati della ricerca finanziata con i loro programmi nazionali. L’obiettivo è rendere accessibile, entro il 2016, il 60% degli articoli scientifici su lavori finanziati con fondi pubblici europei secondo la modalità dell’accesso aperto.
Attualmente l’84% degli intervistati nell’ambito di una consultazione pubblica del 2011 ritiene che l’accesso alla letteratura scientifica non sia ottimale. Alcuni studi evidenziano che, in assenza di un rapido accesso alla letteratura scientifica aggiornata, alle piccole e medie imprese occorrono fino a due anni in più per commercializzare prodotti innovativi. Da uno studio finanziato dall’UE è emerso che attualmente solo il 25% dei ricercatori condivide liberamente i propri dati.
Il programma della Commissione
La Commissione perciò intende:
• definire l’accesso aperto alle pubblicazioni oggetto di valutazione “inter pares” come principio generale per Orizzonte 2020, tramite la pubblicazione ad accesso aperto (“via aurea”) o l’autoarchiviazione (“via verde”);
• promuovere l’accesso aperto ai dati della ricerca (risultati sperimentali, osservazioni e informazioni generate da computer ecc.) e istituire un quadro pilota nell’ambito di Orizzonte 2020, tenendo conto delle legittime preoccupazioni in relazione alla privacy, agli interessi commerciali e alle questioni connesse ai grandi volumi di dati;
• sviluppare e sostenere infrastrutture elettroniche, interoperabili a livello europeo e mondiale, per ospitare e condividere le informazioni scientifiche (pubblicazioni e dati),
• aiutare i ricercatori a rispettare gli obblighi in tema di accesso aperto e promuovere una cultura della condivisione.
L’ agenda digitale europea definisce una’ambiziosa politica di apertura in tema di dati che riguarda l’intera gamma delle informazioni che gli enti pubblici in tutta l’Unione europea producono, raccolgono o pagano.
La Commissione europea continuerà a finanziare progetti relativi all’accesso aperto. Per il periodo 2012-2013, la Commissione erogherà 45 milioni di euro per infrastrutture di dati e ricerca sulla conservazione digitale. Il finanziamento proseguirà nel quadro del programma Orizzonte 2020. Nel corso dello stesso periodo, la Commissione intende sostenere la sperimentazione di nuove forme di trattamento delle informazioni scientifiche (e.g. nuovi metodi di valutazione “inter pares” e modalità di misurazione dell’impatto degli articoli).